La nostra Motivazione

Nell’ottobre 2020 è stata fondata l’associazione “housing first bozen ODV”. Il nome originale univa la visione dell’associazione al concetto di “Housing First”, che apre la via fuori dall’essere senza fissa dimora, e lo rifletteva nel nome. Nel frattempo l’associazione si chiama “Dormizil ODV”. Tuttavia, la missione e gli obiettivi rimangono invariati.

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Il diritto umano all’abitazione

Avere una abitazione è un diritto umano inalienabile. “Housing First” rende questo diritto concretamente accessibile, offrendo un alloggio senza condizioni preliminari come terapia o astinenza. In questo modo, le persone in difficoltà ricevono stabilità, dignità e la possibilità di riprendere in mano la propria vita.

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Prima la casa, poi i problemi

“Housing First” si rivolge a persone che sono state senza dimora a lungo e che da sole non avrebbero alcuna possibilità di reinserirsi nel mercato abitativo. Le loro vite sono spesso segnate da povertà, malattia e isolamento sociale. Proprio qui interviene il concetto: prima offre una casa e, di conseguenza, apre la strada per affrontare i problemi passo dopo passo.

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Un’abitazione stabile come punto di svolta

Avere un appartamento proprio significa sicurezza, privacy e affidabilità. Solo così diventa possibile occuparsi della salute, cercare lavoro o ricostruire relazioni sociali. Senza appartamento queste opportunità restano chiuse; con un appartamento si aprono le porte a una vita più stabile.

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Uscire dal circolo vizioso

Modelli precedenti di sostegno per le persone senza fissa dimora richiedevano di dimostrare la loro “idoneità abitativa” – un circolo vizioso in cui molti/e fallivano. “Housing First” capovolge questa logica: l’abitazione non è l’ultimo gradino, ma il primo passo. In questo modo si interrompe l’effetto “porta girevole” tra strada e dormitorio e si aprono prospettive reali.

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Ridurre i costi sociali

Quando le persone possono vivere in modo stabile, i costi sanitari, sociali e terapeutici si riducono in modo significativo. I ricoveri ospedalieri e carcerari, così come gli interventi di emergenza e della polizia, diminuiscono sensibilmente. In questo modo “Housing First” unisce solidarietà umana e razionalità economica.

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Stabilità attraverso la partecipazione sociale

“Housing First” non porta le persone solo dalla strada a quattro mura, ma offre una prospettiva duratura. Uno spazio abitativo stabile è un luogo dove possono crescere relazioni sociali, dove si impara la responsabilità e dove la partecipazione sociale diventa di nuovo possibile. Così nascono percorsi di vita stabili, non costantemente minacciati da ricadute.

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Solidarietà invece di divisione

La mancanza di una fissa dimora non deve portare a un’esclusione permanente. “Housing First” contrasta questo rischio, mostrando che nessuno/a viene abbandonato/a e che ogni persona fa parte della comunità. Questo atteggiamento rafforza il tessuto sociale e protegge da ulteriori divisioni della società.

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Abitare protegge e rafforza

Un tetto sopra la testa protegge da malattie, crisi psicologiche e solitudine. Allo stesso tempo restituisce una condizione in cui le persone possono vivere in modo autodeterminato. “Housing First” ridà dignità e rafforza la fiducia che l’aiuto sia davvero efficace.

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La società civile come motore

Spesso “Housing First” è reso possibile solo grazie all’impegno di organizzazioni, proprietari/e e volontari/e. Questa collaborazione dimostra la forza della società quando si assume insieme la responsabilità. Nasce così una rete di solidarietà che va ben oltre il singolo progetto abitativo.

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Prevenzione e sicurezza per il futuro

“Housing First” non si limita a porre fine a situazioni di emergenza abitativa, ma impedisce anche che diventino permanenti. Con una casa, le persone sviluppano stabilità a lungo termine e sono meno esposte al rischio di ricadere nella difficoltà. Questo garantisce pace sociale e alleggerisce la società nel lungo periodo.